Un Rigoletto da dimenticare: Beczala stonato Keenlyside dà forfait. Brutta la regia di Pierre Audi
Per chi non è potuto volare a Vienna, Sky Classica ha regalato la diretta del Rigoletto di Giuseppe Verdi dalla Staatsoper. E' stata una prima deludente che ha lasciato diverse perplessità e punti interrogativi.
Il fiasco della serata ha un nome ed un cognome: Piotr Beczala; il tenore polacco non si è dimostrato all'altezza del ruolo, offrendo un Duca di Mantova fastidioso all'udito e pessimo nella recitazione. Beczala, ha stonato diverse volte, mettendo in mostra tutte le sue debolezze e carenze nel canto e confermando le impressioni negative del pubblico scaligero che lo ha potuto ascoltare, e fischiare, nella Traviata diretta da Daniele Gatti l'anno scorso. Beczala è piaciuto ai viennesi presenti in sala che, evidentemente hanno ascoltato un'altra opera! Della première del tenore polacco non si può salvare nulla e davvero non si capisce come mai sia così ricercato dai più importanti teatri d'opera del mondo; anche lui un talento incompreso?
L'altra sorpresa spiacevole della serata è stato Simon Keenlyside (Rigoletto), costretto ad abbandonare il palcoscenico alla fine del II Atto a causa di un malessere. Il baritono inglese già non si era sentito bene durante la prova generale ma aveva deciso di andare in scena comunque per la sera del 20: decisione azzardata ed irrispettosa nei confronti del pubblico pagante costretto a sorbirsi un buffone mediocre e spento.
Imbarazzante il "Sì vendetta, tremenda vendetta" cantato dal Keenlyside con voce praticamente assente e sofferente: come rovinare uno dei momenti fondamentali dell'opera.
Keenlyside avrebbe fatto meglio a risparmiare al pubblico lo strazio di doverlo ascoltare così sofferente, risparmiandosi la fatica di dover salire sul palcoscenico con la febbre. Cronaca di un fiasco annunciato!
Attendiamo comunque il baritono inglese in una nuova prova per poterlo giudicare nel pieno delle sue facoltà; resta il fatto che un cantante, per rispetto del pubblico, dell'opera e del compositore, dovrebbe rinunciare alla recita se non è al 100%.
Keenlyside è stato comunque sostituito nel III Atto dall'ottimo Paolo Rumetz, profondo e potente nel cantato e assolutamente convincente nella recitazione.
Una nota di merito al basso Ryan Speedo Green, ovvero uno Sparafucile perfetto, sotto ogni punto di vista. La sua voce è grave e sicura di sé. Se Green fosse stato un tenore sarebbe stato ricompensato con applausi ben più calorosi di quelli che il pubblico viennese ha concesso.
Le due protagoniste femminili, Gilda e Maddalena, sono state sublimi. Erin Morley, nei panni della figlia di Rigoletto, ha dato prova di straordinarie doti canore: voce calda e coinvolgente, sempre perfetta e controllata. Acuti generosi e potenti senza mai risultare forzati o traballanti.
Elena Maximova è stata una splendida Maddalena, sensuale e convincente; la mezzosoprano russa ha davvero convinto tutti mescolando sapientemente una voce gradevole con una straordinaria comprensione del carattere del personaggio. Peccato che nel III atto ci fosse Beczala a rovinare i loro duetti.
La direzione di Whun Chung è stata corretta anche se troppo lenta in alcune battute. Orchestra equilibrata anche se non esaltante.
Indecente la regia di Pierre Audi che ha proposto l'ennesima interpretazione moderna dell'opera capace di togliere ogni magia all'ambientazione mantovana. Il palcoscenico è stato riempito di alberi spogli, rifiuti abbandonati che difficilmente, trovano una connessione con l'opera verdiana.
E' stato un Rigoletto insufficiente sotto diversi punti di vista che non ha saputo tenere alto il nome della Staatsoper di Vienna che, in passato, ci ha abituato a ben altri spettacoli.
Giammarco Guzzetti
Il fiasco della serata ha un nome ed un cognome: Piotr Beczala; il tenore polacco non si è dimostrato all'altezza del ruolo, offrendo un Duca di Mantova fastidioso all'udito e pessimo nella recitazione. Beczala, ha stonato diverse volte, mettendo in mostra tutte le sue debolezze e carenze nel canto e confermando le impressioni negative del pubblico scaligero che lo ha potuto ascoltare, e fischiare, nella Traviata diretta da Daniele Gatti l'anno scorso. Beczala è piaciuto ai viennesi presenti in sala che, evidentemente hanno ascoltato un'altra opera! Della première del tenore polacco non si può salvare nulla e davvero non si capisce come mai sia così ricercato dai più importanti teatri d'opera del mondo; anche lui un talento incompreso?
L'altra sorpresa spiacevole della serata è stato Simon Keenlyside (Rigoletto), costretto ad abbandonare il palcoscenico alla fine del II Atto a causa di un malessere. Il baritono inglese già non si era sentito bene durante la prova generale ma aveva deciso di andare in scena comunque per la sera del 20: decisione azzardata ed irrispettosa nei confronti del pubblico pagante costretto a sorbirsi un buffone mediocre e spento.
Imbarazzante il "Sì vendetta, tremenda vendetta" cantato dal Keenlyside con voce praticamente assente e sofferente: come rovinare uno dei momenti fondamentali dell'opera.
Keenlyside avrebbe fatto meglio a risparmiare al pubblico lo strazio di doverlo ascoltare così sofferente, risparmiandosi la fatica di dover salire sul palcoscenico con la febbre. Cronaca di un fiasco annunciato!
Attendiamo comunque il baritono inglese in una nuova prova per poterlo giudicare nel pieno delle sue facoltà; resta il fatto che un cantante, per rispetto del pubblico, dell'opera e del compositore, dovrebbe rinunciare alla recita se non è al 100%.
Keenlyside è stato comunque sostituito nel III Atto dall'ottimo Paolo Rumetz, profondo e potente nel cantato e assolutamente convincente nella recitazione.
Una nota di merito al basso Ryan Speedo Green, ovvero uno Sparafucile perfetto, sotto ogni punto di vista. La sua voce è grave e sicura di sé. Se Green fosse stato un tenore sarebbe stato ricompensato con applausi ben più calorosi di quelli che il pubblico viennese ha concesso.
Le due protagoniste femminili, Gilda e Maddalena, sono state sublimi. Erin Morley, nei panni della figlia di Rigoletto, ha dato prova di straordinarie doti canore: voce calda e coinvolgente, sempre perfetta e controllata. Acuti generosi e potenti senza mai risultare forzati o traballanti.
Elena Maximova è stata una splendida Maddalena, sensuale e convincente; la mezzosoprano russa ha davvero convinto tutti mescolando sapientemente una voce gradevole con una straordinaria comprensione del carattere del personaggio. Peccato che nel III atto ci fosse Beczala a rovinare i loro duetti.
La direzione di Whun Chung è stata corretta anche se troppo lenta in alcune battute. Orchestra equilibrata anche se non esaltante.
Indecente la regia di Pierre Audi che ha proposto l'ennesima interpretazione moderna dell'opera capace di togliere ogni magia all'ambientazione mantovana. Il palcoscenico è stato riempito di alberi spogli, rifiuti abbandonati che difficilmente, trovano una connessione con l'opera verdiana.
E' stato un Rigoletto insufficiente sotto diversi punti di vista che non ha saputo tenere alto il nome della Staatsoper di Vienna che, in passato, ci ha abituato a ben altri spettacoli.
Giammarco Guzzetti